Interviste sul futuro della rete e della piccola impresa

 

Commenti dei lettori sull'intervista a Andrea Paravicini

Le domande dei lettori a Andrea Paravicini

 

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DOMANDE

Nome: C. eMail: NON PUBBLICATA
Il tribal marketing unito alle comunità virtuali sò che non è una cosa semplice se non quasi impossibile,perche si deve cercare di tenere legati i clienti,aiutandoli a condividere le loro passioni, grazie a un servizio o un prodotto che faccia proprio di per sè da legame,e sviluppi il rapporto con la clientela già acquistata.Quindi il marketing tribale fa della relazione il vero scopo e dell'emozione condivisa il mezzo per giungere a tale scopo.

In questo senso vorrei ragionare (veramente è un idea del mio relatore di tesi) sulla community di milano tonight riguardo ai locali notturni di milano,su cui ho tutto il materiale i dati e le percentuali su cui argomentare. Quindi si parla di un servizio dato agli utenti prettamente giovani e che si uniscono oviammente per esigenze e interessi comuni. Penso sia interessante (ma non saprei da che parte iniziare) cercare di trovare una strategia di marketing per unire ancora di più gli utenti ,visto che sempre di più gli individui isolati cercano di stabilire un legame a raggruppamenti che hanno sempre di più l'aspetto di tribu',essendo comunque una comunità virtuale che conta 3000 iscritti e su cui potrei avere dati utili almeno sulla metà.

Spero di essere stata, per quanto possibile, chiara e spero che mi possa dare dei consigli.

Grazie mille per la sua disponibilità.

 

Risposta di Andrea Paravicini: 

Gentile C., 

cerco subito di andare sul concreto. 

  • Non è tanto importante l’anagrafica degli individui di milano tonight ma piuttosto l’identificazione-appartenenza di ogni individuo a delle precise categorie di interessi personali. Solo in questo modo si potranno più facilmente creare delle microcomunità. Il come lo si può fare è piuttosto semplice con la possibilità di entrare in micro-blog riservati ad ogni micro-comunità con lo stesso interesse. L’utilizzo di nickname potrà garantire quella anonimità personale che potrà essere rivelata a discrezione di ognuno. Importantissimo è sempre il rispetto del naturale percorso di avvicinamento alla identitàreale-incontropersonale tra individui. Noi non ci scopriamo mai con il primo venuto ed è necessario immaginare un vero e proprio avvicinamento progressivo verso la fiducia.
  • Qualora non esista la profilatura di ogni individuo si potrebbero creare lo stesso delle sezioni PREDETERMINATE in cui vi sia una parte descrittiva del tema della sezione e, chi ci si ritrova, entra e blogga. (ma non c’erano i forum? O i newsgroup che potevano servire alla bisogna?). 

Controindicazioni a 1. e 2. : ci sono i ficcanaso, i deficienti o soltanto quelli che sbagliano in buona fede che fanno facilmente perdere di credibilità una micro-comunità e la gente se ne va perché….non ci si ritrova più bene. Bastano poche righe di troppo o inappropriate in cui i partecipanti non si identifichino che potrebbe saltare il banco.

Penso tuttavia che una certa innovazione che possa essere anche di tendenza nel target group da lei indicato, potrebbe presentarsi se fosse possibile disporre di un peer-to-peer tra cellulari e milano tonight fosse un sito virtuale di scelta di affinità: non appena iscritto all’affinità di tipo A , il sistema potrebbe mettermi in contatto con tutti coloro che abbiano scelta la stessa affinità e che siano disponibili a chattare con me in quel momento però sempre sotto l’egida dell’anonimato: una sorta di ICQ telefonico che consenta lo svilupparsi dei rapporti interpersonali che poi, se ognuno lo volesse, possano consentire di rivelare la propria identità. Innegabile l’aspetto ludico di questo sistema. Nel mondo dei giovani è utilizzatissimo il cellulare-sms nel/per il mantenimento dei rapporti interpersonali mentre il web è considerato dispersivo……

Cordialità Andrea Paravicini

 

Nome: Piergiorgio Cocchini eMail: NON PUBBLICATA
Pensa che le PMI possano adottare una strategia di marchio?
Se si, in che modo?

 

Risposta di Andrea Paravicini: 

E' una bella domanda a cui dare concreta risposta percorribile, significherebbe disporre di elementi in più su "chi" e "dove" svolga la sua attività, il richiedente PierGiorgio Cocchini.

Mancando questi fondamentali elementi le risposte possibili appartengono ad una sintetica classificazione di casi reali.

PMI che appartiene ad una ben precisa nicchia di mercato: senza dubbio la riconoscibilità del marchio e una sua strategia ben delineata sono assolutamente necessarie per "caricare" il brand di tutta la capacità dell'azienda nel sapere partecipare al particolare segmento di mercato grazie ai suoi innovativi prodotti/servizi che, qualora non fossero tali o riconoscibili come tali, renderebbero la strategia di marchio un boomerang.

PMI che non appartiene ad una nicchia ma esercita la sua attività in un mercato ampio: dipende dalla "unicità" o meno dei suoi prodotti servizi offerti. Qualora vi siano delle ragioni fortemente differenzianti dal resto del mercato allora la politica di Brand è importante, laddove invece non si ravvedano elementi caratterizzanti i servizi resi e/o i prodotti offerti, una vera e propria politica di brand potrebbe non essere prioritaria.

In concreto la strategia di un marchio è direttamente proporzionale alla capacità dell'azienda a sviluppare prodotti/servizi innovativi. Di fatto non esiste PMI che in qualche modo non cerchi di attuare consapevolmente (o meno) una propria politica di marchio che tuttavia non bisogna confondere con gli strumenti di marketing utili ad evidenziare al meglio la propria attività.

 

Nome: Alessandra Chiara eMail: NON PUBBLICATA

Come ha iniziato a fare il manager?

Risposta di Andrea Paravicini: 

A questa domanda è facilissimo andare al "quando", più che al "come", perchè, nei diversi incarichi ricoperti, ho dovuto quasi sempre ricominciare da zero o quasi . 

Infatti il marketing manager (compito di staff) o l'export manager (compito di "line") o il trade manager (compito misto di staff e line) o il direttore generale (che sa di tutto un po' e che deve operare con "sintesi" strategica) sono stati i successivi incarichi piuttosto diversi tra loro e l'ultimo è senza dubbio il più completo e che assomiglia tantissimo a quanto stia facendo oggi come imprenditore di www.manager.it  

L'arco di tempo in cui mi sono dedicato a questa carriera è stato di 11 anni per i primi tre incarichi e di 11 anni per l'ultimo. 
Ho iniziato a ricoprire compiti di staff, in cui ci si metteva al servizio delle vendite e del cliente per poi capire, in seguito all'esperienza di Marketing, che "il fare", senza diretta responsabilità dei risultati, poteva suonare come una scusa, un nascondiglio senza volersi mettere veramente alla prova. 

"Il Vendere" è invece la prova che ci vuole per capire se quanto si ipotizzi si possa poi praticare, andando a conoscere, misurare, verificare, proporre nel classico schema "giapponese" del Plan-Do-Check-Action che, nella sua dinamica ripetitività, è la chiave per "stare sempre sul pezzo". 

Togliamo le divagazioni tornando al "come": 

  • "operativamente" ho iniziato le varie fasi di management per puro caso (= il primo incarico di Marketing Manager grazie ad un amico che mi aveva segnalato una ricerca che stava effettuando la sua azienda), poi la chiamata di cacciatori di teste (nel caso di Export Manager e Trade Manager) che mi conoscevano sin dall'inizio della carriera di dipendente, mentre nel caso di direzione generale, per proposta diretta. 
  • "mentalmente" mi ci sono ritrovato dopo il necessario periodo di orientamento un pò per tutti i ruoli ricoperti. Più il ruolo è elevato e meno tempo si ha a disposizione per "ambientarsi": risulta fondamentale l'empatia con la squadra. Senza di essa tutto risulta più "incollato" a posizioni di retroguardia e non lanciato verso i nuovi traguardi. 

Grazie a www.manager.it  posso oggi fare un lavoro che mi piace tantissimo: mettere al servizio dei nostri visitatori non solo le conoscenze ma anche il "bagaglio" volontario di più di 50 manager e professionisti che collaborano attivamente con il sito. 
Sito che è sempre più "loro palcoscenico" visitato da più di 40.000 visitatori ogni mese e con più di 24.000 dirigenti e quadri registrati all'Abbonamento globale gratuito per le 5.000 soluzioni e servizi per l'azienda e la persona disponibili su www.manager.it 

Dopo questa irrefrenabile pubblicità debbo confessare che oggi è piuttosto diverso da allora. Per suggerirle di non prendere esempio da quanto ho personalmente vissuto. 

Abbiamo tantissimi manager occupati che non hanno vita facile a causa delle de-strutturazioni aziendali. Riceviamo (grazie a Dio sempre meno quest'anno rispetto all'anno scorso) quintali di Curricula eccellenti di manager fuoriusciti-estromessi dal posto di lavoro con età dai 32 ai 50 e passa anni.... 

Non sono pochi coloro che oggi utilizzano la tecnica di "restare attaccato allo scoglio" perchè è difficile rinnovare senza cancellare-cambiare anche la propria posizione in azienda. 

Come lavorare bene e proiettati per la crescita con un quadro così competitivo? In breve, come fare il manager oggi? 

La strada di Alessandra parte dall'attuale situazione, dalle sue competenze e dalla voglia di fare: non abbia timore di mettersi in gioco e vedrà che le opportunità non tarderanno a farsi intravedere lì vicino come le candele del suo compleanno. 

Auguri

 

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